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Interni ed Esterni

Isolante naturale per coibentazione casa: pro e contro

La coibentazione della casa è un intervento architettonico dell’involucro edilizio che permette di isolare termicamente l’ambiente interno dall’ambiente esterno. Ciò è possibile grazie a specifiche tecnologie che si servono di particolari materiali isolanti che, inseriti nella stratigrafia dell’involucro esterno della casa, possono ridurre al minimo le dispersioni termiche e migliorare il benessere termico in casa. Esistono numerosi tipi di materiali isolanti termici: isolante naturale, isolante minerale, isolante sintetico. L’isolante termico naturale, dopo una lunga pausa, è stato nuovamente rivalutato grazie alle sue proprietà termiche associate ad una produzione e ad un utilizzo altamente sostenibili. In questo breve spazio analizzeremo tutti i pro e i contro degli isolanti naturali realizzati a partire dagli alberi.

Isolante naturale in fibra di cellulosa

La fibra di cellulosa è costituita da giornali riciclati trattati con una miscela resinosa contenente acido borico che conferisce la resistenza al fuoco, agli insetti e ai funghi. È un materiale disponibile in formato viscoso, per essere spruzzato nelle intercapedini o steso sulle superfici da isolare, oppure in formato di lastra per essere montata all’interno di telai metallici o in legno.

Pro:

  • Il 90% della fibra di cellulosa è composto da materiale riciclato;
  • E’ un materiale prodotto da risorse rinnovabili;
  • E’ riutilizzabile se tenuto asciutto;
  • E’ riciclabile;
  • E’ igroscopica: controlla umidità e permette una ottima traspirabilità della superficie trattata.

Contro:

  • La carta di giornale, se non trattata perfettamente, può essere soggetta a cattivi odori nel tempo a causa dell’inchiostro stampato, ma può essere risolto con l’utilizzo di barriere al vapore nella stratigrafia;
  • Durante la posa in opera assicurarsi di avere mascherine per evitare il rischio associato all’inalazione di polvere di carta da giornale;
  • La resistenza termica si può ridurre se si compatta troppo la miscela in fase di esercizio (camminarci su non fa bene);

Isolante naturale in sughero

L’isolante termico in sughero è ottenuto dalla corteccia del sughero raccolta ogni 25 anni in ogni albero. I grani di sughero vengono espansi a formare blocchi e pannelli con resina naturale, attraverso la compattazione ad alta temperatura. Utilissimi per isolare tetti piani calpestabili e pavimenti.

Pro:

  • E’ prodotto da risorse rinnovabili prodotte in zone povere che si autosostentano;
  • E’ riutilizzabile se non trattato con adesivi o rivestimenti;
  • E’ riciclabile;
  • E’ impermeabile
  • E’ un materiale stabile; resistente a compressione e agli attacchi di insetti e roditori.

Contro:

  • In fase di posa in opera evitare l’inalazione delle polveri del sughero, nocive per la salute.

Isolante naturale in fibra di legno

Questo materiale è costituito da scarti di segatura e legno da costruzione, legati con resine poliolefiniche con aggiunta di fosfato di ammonio per aumentare la resistenza al fuoco. Si trova sul mercato in pannelli ed è utilizzato principalmente per pareti ventilate e tetti inclinati.

Pro:

  • Ha un’alta percentuale di materiale di riciclo;
  • E’ prodotto principalmente da risorse rinnovabili;
  • E’ riutilizzabile se in buone condizioni;
  • E’ riciclabile e compostabile, può essere utilizzato nel recupero energetico;
  • E’ igroscopico: fornisce il controllo di umidità ottimale.

Contro:

  • Contiene un materiale non rinnovabile (legante sintetico e fosfato di ammonio);
  • La resistenza termica può perdersi se si comprime troppo o si inumidisce.

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31 Gennaio 2019/da Eden
http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2018/08/ISOLARE.png 2000 3000 Eden http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2016/02/COMPLEMENTI-300x100.png Eden2019-01-31 12:08:132019-01-31 12:08:15Isolante naturale per coibentazione casa: pro e contro
Arredamento Ufficio

Sedie e sgabelli da laboratorio: come regolare l’altezza

L’industria delle sedute da ufficio e laboratorio è in forte progressione e sono tanti i progettisti alla ricerca di sedute sempre più innovative che possano migliorare la vita dei lavoratori sedentari. Tuttavia, sono poche le persone che le utilizzano e si fermano ad informarsi su come adattare al meglio le misure delle sedute rispetto al proprio corpo, al fine di evitare conseguenze molto dolorose per la schiena, l’anca e le articolazioni di braccia e gambe. Ecco di seguito alcuni consigli per regolare le sedie da ufficio e gli sgabelli da laboratorio in modo che non arrechino danni alla salute.

Regolazione dell’altezza della seduta

Non è così scontato trovare un impiegato che risulta interessato ad armeggiare con le leve o i bulloni situati nella parte inferiore della seduta, ma è intuibile che quelle manopole stiano lì per un motivo. La possibilità di regolare l’altezza di una seduta, infatti, è il principale requisito di una sedia ergonomica, poiché è il modo più decisivo per regolare l’angolazione dell’anca. Tale angolo influenza la posizione del bacino e dell’ultima curva a livello lombare della colonna vertebrale. Sedersi su una sedia posizionata ad un’altezza sbagliata rispetto al piano di lavoro significa apportare un disequilibrio sull’ allineamento della schiena, con un conseguente affaticamento dei muscoli che la sorreggono e la successiva contrazione da postura errata. Con questo piccolo preambolo si è chiarito quanto è importante regolare l’angolazione dell’anca attraverso l’adattamento in altezza della seduta.

Quale angolazione dell’anca offre una postura corretta?

Un modo semplice e intuitivo per capire se l’altezza della seduta è giusta e, quindi, se l’angolo fra le articolazioni dell’anca (dal tronco alle cosce) è rispettato, è quello di confrontare l’altezza delle ginocchia con l’altezza dei fianchi e la posizione dei piedi rispetto al pavimento. Le ginocchia devono generare un angolo di 90° fra coscia e gamba ed arrivare al massimo alla stessa altezza dei fianchi, mentre i pedi devono essere posti sul pavimento in orizzontale senza causare pressioni nella zona posteriore delle cosce e senza cadere penzoloni.  In tal modo, si evita di stressare la zona dei fianchi e del tronco.

La pressione del carico sulla colonna vertebrale può essere alleviata con un angolo di articolazione dell’anca, fra il tronco e la coscia, di 90° e, con l’ausilio dell’inclinazione dello schienale, poi, si dà un corretto sostegno al dorso e si riduce notevolmente il carico sulla zona lombare e sacrale della colonna vertebrale.

I rischi di una seduta troppo alta

Se i pedi non riescono a toccare il pavimento, allora la sedia è troppo alta. Sedersi su una sedia troppo alta spesso induce a portare in avanti il corpo, che non si avvale più del supporto dello schienale. In tal modo, si assumerebbe una postura scomoda con rischi di problemi alla schiena e ai muscoli, come affaticamento muscolare, gonfiore, intorpidimento degli arti inferiori o problemi circolatori.

I rischi di una seduta troppo bassa

Se le ginocchia si trovano ad un’altezza maggiore dei fianchi, la seduta è troppo bassa è in questo caso si crea un’angolazione dell’anca meno ampia che genera un’estrema flessione della curva lombare della schiena. Il rischio più comune per chi siede su una seduta bassa è la lombalgia.

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24 Gennaio 2019/da Eden
http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2019/01/Sgabello-da-avoro-1.jpg 749 724 Eden http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2016/02/COMPLEMENTI-300x100.png Eden2019-01-24 10:45:222019-01-30 12:06:30Sedie e sgabelli da laboratorio: come regolare l’altezza
Arredamento Giardino ed Esterni

Lavandini per cucina: come sceglierli?

La cucina è diventata già da qualche tempo il fulcro delle abitazioni moderne. Essa, infatti, unita al soggiorno, è di sicuro l’ambiente in cui si trascorre la maggior parte del tempo quando ci si ritrova tra le quattro mura domestiche. A tal proposito, la scelta dei componenti di arredo deve rispondere a requisiti di funzionalità, gusto estetico e spesso anche di risparmio. I lavandini per cucina sono tra i componenti fondamentali per arredare una cucina data la loro pregevole funzionalità. Essi sono utili, infatti, sia in fase di preparazione delle varie pietanze, sia quando a alla fine di un lauto pranzo ricorre l’incombente compito di lavare le stoviglie usate in precedenza.

L’acquisto di un lavandino per cucina diviene difficile se si cominciano a valutare le innumerevoli variabili da prendere in considerazione in fase di scelta. La dimensione e il materiale del lavello da cucina sono le prime scelte da effettuare. In alcuni casi si preferisce optare per lavandini già annessi in una cucina standard, quindi il problema non sussiste; in altri casi, invece, dove si ha una maggiore possibilità economica o si hanno particolari esigenze e non ci si vuole accontentare, si può scegliere di personalizzare tale componente per migliorare l’esperienza in cucina e dare un tocco di originalità al proprio arredo.

La scelta del materiale

I numerosi materiali che oggi si possono trovare sul mercato danno sicuramente modo di personalizzare in maniera a volte anche stravagante.

Tra i materiali più utilizzati troviamo sicuramente l’acciaio inox che è tra i materiali che durano di più nel tempo; inoltre, esso risponde a requisiti di funzionalità altissimi, dato che resiste a temperature molto alte e a forti sbalzi termici, oltre ad essere un materiale che risponde ai necessari requisiti di igiene.

Il lavello in ceramica è molto diffuso, poiché è facile da pulire, resistente alle temperature elevate, inattaccabile da germi e calcare e non assorbe gli odori. Urti violenti possono però graffiare o incidere la superficie. Si pulisce utilizzando detergenti cremosi o neutri diluiti con acqua o con acqua calda e candeggina. Il costo può sicuramente diventare molto elevato se si scelgono personalizzazioni particolari.

Altro materiale relativamente nuovo sul mercato è il Corian, che è composto da minerali naturali e resine acriliche. Esteticamente è uno dei materiali migliori in circolazione anche se i costi elevati non permettono a tutti di avere un lavandino in cucina di questo materiale. Altro punto debole è l’accuratezza che bisogna usare per pulirlo, soprattutto se si dovesse macchiare con prodotti chimici; in questi casi è consigliata una detersione tempestiva per non arrecare dei danni estetici permanenti.

Grazie all’ampia scelta di prodotti disponibili oggi in commercio sarà possibile trovare il lavandino perfetto per la nostra cucina: perfetto nelle dimensioni, nel materiale, nel colore e nel modello. Attraverso un’attenta valutazione di tutti i materiali esistenti sarà possibile acquistare un lavandino con una forte resistenza nel tempo; mentre il colore dovrà essere scelto in base allo stile del luogo circostante, le dimensioni saranno decise in base allo spazio disponibile. Oggi è possibile acquistare anche direttamente online facilitando la ricerca attraverso le opzioni di filtraggio presenti in ogni sito. Insomma, la scelta del lavandino è diventata assolutamente facile da compiere!

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18 Dicembre 2019/da Eden
http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2016/02/COMPLEMENTI-300x100.png 0 0 Eden http://www.complementi-arredo.eu/wp-content/uploads/2016/02/COMPLEMENTI-300x100.png Eden2019-12-18 14:52:062019-12-18 14:52:07Lavandini per cucina: come sceglierli?
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